IL SUPREMO - Rione Pedicino

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IL SUPREMO

IL RIONE > ANEDDOTI E TESTIMONIANZE
5 Ottobre 2013. La pioggia è incessante, ma i pizzaioli, in quel di Valfabbrica, continuano a sfornare pizze. Dopo la lunga attesa – passata a mangiare – della disponibilità della nostra vittima, finalmente il Supremo riesce a riceverci. Quest’oggi lo interroghiamo sulla Genesi del Rione.


Iniziamo col parlare di ciò che ci rappresenta: il nostro stemma e i nostri colori. Cosa ci puoi dire sulla loro evoluzione?

Dal principio il nostro simbolo è la torre, sebbene ora non conservi la forma iniziale. Per i primi anni sono stati i colori bianco e viola a rappresentarci, per problemi legati al reperimento di stoffe e materiale di queste tonalità si decise di optare per la combinazione vincente di bianco-rosso. Quest’ultimo era simbolo di nobiltà (ndr Il supremo puntualizza che il colore giallo era simbolo degli emarginati, quali ebrei e prostitute).



Passiamo al vivo della festa. Le sfilate. Come si è arrivati all’organizzazione odierna?

I primi anni di festa non esisteva ancora rivalità tra rioni: si lavorava insieme e la sfilata era solo una, io ad esempio ricordo i lavori presso la bottega di Boccacci, con Bonanno. La sfilata si limitava a un semplice corteo, con annesso sfondo suggestivo: le auto dei paesani. I costumi venivano noleggiati a Firenze (ndr Ora i nostri costumi vengono prodotti esclusivamente dai nostri rionali).
In seguito i tre rioni si sono completamente separati. Nasce finalmente il vero e proprio Rione Pedicino con la prima sede di fronte alla Torre. Nel corso degli anni il rione si è trovato a lavorare in diversi luoghi, fino a 13 anni fa, quando si è stabilito definitivamente nella sede attuale.


A questo punto possiamo passare alla tua esperienza. Come hai vissuto la preparazione delle sfilate?

Il mio interesse per il rione è nato da subito, malgrado non ci fosse l’alchimia giusta tra giovani e adulti: i ragazzi non venivamo resi partecipi; anche a me capitava di dover svolgere lavori di cui non conoscevo lo scopo. I ragazzi per lo più rappresentavano la manodopera: dietro la preparazione delle sfilare c’era comunque un gruppo di una ventina di adulti preparati e capaci (c’è da puntualizzare che i lavori erano molto meno impegnativi di quelli che affrontiamo ora).


Nonostante siano passati molti, moltissimi anni – e le dimenticanze sono comprensibili – puoi parlarci come siamo arrivati all’organizzazione delle sfilate attuali?

Il nostro rione ha sicuramente contribuito alla svolta. In principio i tre rioni mettevano in scena il corteo notturno durante la stessa serata. C’è stato un anno in cui, a causa del maltempo, il Pedicino, che dopo la conquista del palio dell’anno precedente doveva sfilare per ultimo, si è trovato a rimandare la sua sfilata. Il rione non volle rinunciare ad andare in scena e organizzò una serata indipendente dagli altri rioni: raggiungemmo un ottimo risultato e da lì si decise che negli anni a seguire ogni rione avrebbe avuto una serata tutta per sé.
E non è tutto. Il nostro rione è stato anche quello che ha introdotto le rappresentazioni teatrali: se all’inizio le sfilate erano semplici, circa 30 anni fa con la messa in scena delle Cantico delle Creature, ha movimentato e avviato la modernizzazione dei cortei.


Proseguiamo con la Giostra.

Durante i primi anni ogni rione si sceglieva un cavaliere del paese, il primo a rappresentare la torre nel campo de li giochi è stato Carlo Berellini. In un secondo momento si è deciso di indire un bando con selezioni: i tre migliori venivano assegnati a sorte ai rioni, purtroppo dobbiamo ammettere di non essere stati molto fortunati in quegli anni.


Come sappiamo, il rione ha dovuto attendere molto prima di conquistare il suo primo palio.

Dopo quattordici lunghi anni, la vittoria arrivò anche per noi e procurò un’emozione indescrivibile. Mi ricordo che non riuscivo a distinguere il pianto dal riso.
Sicuramente la vittoria sostenne lo spirito di coesione del rione. Vittoria dopo vittoria è diventato quello che è oggi.


E ora una curiosità che tutti vogliamo sapere: perché dopo tanti anni hai preso la decisione di abbandonare la carica di caporione?

Ritengo che, alla mia veneranda età, una persona non sia in grado di attrarre e coinvolgere i più giovani. E’ stata una decisione volta a garantire un clima di collaborazione tra giovani e “meno giovani”.


ONORE E GLORIA AL RIONE PEDICINO!
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